LEZIONE 2

IL MICROCONTROLLORE


Il microcontrollore deve essere visto come un piccolo computer, come quelli che abbiamo nelle nostre case. Essendo molto piccolo, ha poca memoria ram ed un piccolo disco rigido ma, anch'esso avrà delle porte per comunicare con l'esterno (input, output). Appena acquistate il microcontrollore (o PIC), è vergine, in pratica non contiene nessun programma al suo interno, e quindi non fa nulla. Vuol dire che alimentando il PIC non abbiamo nessuna reazione da parte sua. Per ottenere delle reazioni dal PIC dobbiamo programmarlo con i seguenti linguaggi di programmazione.

BASIC
C
ASSEMBLER

I linguaggi sono ordinati dal più facile (basic), al più difficile (assembler). Il linguaggio basic è il più facile da imparare e va molto bene per i principianti o per programmi relativamente semplici, ma ha i suoi difetti, ovvero non permette un controllo approfondito del microcontrollore. Se vogliamo avere un maggior controllo sul microcontrollore, dobbiamo cambiare il linguaggio di programmazione e spostarci sul C, che però presenta più difficoltà d'apprendimento rispetto al basic. Infine abbiamo l'assembler, il linguaggio che permette un controllo totale del microcontrollore ma è molto difficile da imparare.

I programmi in Basic sono convertiti (da appositi programmi) in linguaggio assembler e lo stesso vale per i programmi in linguaggio C.
I programmi in assembler a loro volta sono convertiti in codice esadecimale, un codice che il microcontrollore riesce ad interpretare ed a eseguire.

Ricapitolando:

LEZIONE 3
LEZIONE 1